Storia e Monumenti

Cattedrale

 

La Cattedrale dell'Arcidiocesi di Oristano, con il suo grande campanile quattrocentesco a pianta ottagonale, fu edificata in forme gotiche su fondamenta più antiche intorno al 1228 ad opera di artisti lombardi, per volontà del giudice Mariano e dell'Arcivescovo Torchitorio. Agli inizi del 1700 venne rifatta in seguito ai saccheggi subiti da parte delle milizie francesi e lo stile originario andò perduto per sempre . L'unico ambiente supersite del tempio duecentesco è la cappella del Rimedio in stile gotico, con la volta a crociera gemmata. Il Duomo attuale, costruito all'interno secondo gli schemi di un elegante barocco piemontese negli anni 1729-1745, custodisce la cappella con le reliquie di Sant'Archelao, patrono della città e della diocesi.

 

 

Cinta muraria

 

L’antica città, cinta di mura e di torri alla fine del Duecento ad opera del giudice Mariano II d’Arborea, i cui resti sono visibili nel cuore della città, per diversi decenni ha rappresentato il simbolo della lotta contro la conquista catalano aragonese dell’isola. Nella seconda metà del Trecento la capitale e il giudicato arborense, vivono momenti di massimo splendore politico e culturale. Dell'originaria cinta, che aveva un perimetro di oltre 2 km, le parti ancora oggi esistenti sono ben poche, ma sono comunque utili per fornire dati sull'antica consistenza e sulle caratteristiche dell'intero manufatto.

 

 

Torre di mariano

 

La torre è senza dubbio l'elemento più significativo tra i pochi tratti residui della cinta muraria. In essa si apriva l'ingresso settentrionale della città, connesso con la via, nota già in età romana ma sicuramente ancora utilizzata nel medioevo, che si dirigeva verso il nord dell'Isola. Originariamente saldata alla cinta muraria, come può ancora notarsi nella parte inferiore, dove sono visibili i blocchi di connessione, si erge oggi isolata al centro della piazza Roma. 

 

 

Basilica del rimedio

 

il Santuario di Nostra Signora del Rimedio, è la superstite chiesa parrocchiale di Nuracraba, un piccolo villaggio sorto probabilmente in epoca medievale e scomparso per alluvioni e pestilenze intorno al 1730. Tra i principali interventi che trasformarono l’antico edificio ricordiamo, nel 1903, la costruzione della vecchia torre campanaria che insisteva al centro dell’area dell’attuale navata destra. Negli anni venti un ampio intervento portò alla radicale modifica del prospetto principale, sostituendo la facciata dalle linee classiche ottocentesche con l’attuale, ispirata alle forme architettoniche lombarde. Negli anni trenta, a tale intervento, si aggiunse la costruzione della cupola ottagonale che sovrasta il Santuario. Intorno al 1940 fu demolita la torre campanaria costruita nel 1903 al fine di liberare la navata destra e realizzare la cappella centrale di essa. Solo più tardi, negli anni 1945-49, fu realizzata la nuova torre campanaria sul lato sinistro della facciata del Santuario.

 

 

Tharros

 

Tharros (in latino Tarrae, in greco anticoThàrras, Θ?ρρας) è un sito archeologico della provincia di Oristano, situato nel comune di Cabras, in Sardegna.

La città di Tharros, ubicata all’estremità meridionale della Penisola del Sinis, venne fondata alla fine dell’VIII sec. a.C. o nel VII da genti fenicie in un’area già frequentata in età nuragica.

L’arrivo dei Fenici e la fondazione della città coincidono con un momento di straordinaria attività coloniale da parte dalle genti levantine in tutto il bacino occidentale del Mediterraneo.

Fin da questo periodo sono in uso contemporaneamente due necropoli, ubicate a una distanza di qualche chilometro l’una dall’altra: quella più nota è posta sul Capo S. Marco, l’altra, mai indagata in maniera sistematica, si trova oggi all’interno del villaggio moderno di S. Giovanni di Sinis.

 

 

Sito archeologico mont'e prama

 

La necropoli di Mont’e Prama si trova alla base del colle omonimo, a una distanza di circa 2 Km dallo stagno di Cabras, lungo la strada che da San Salvatore conduce a Riola Sardo. La scoperta del sito avvenne casualmente nel marzo del 1974 ad opera di contadini che eseguivano lavori agricoli.

Le 28 statue finora identificate, tutte frammentarie, rappresentano 16 pugilatori, 5 arcieri e 5 guerrieri.

Allo stato attuale degli studi sulla civiltà nuragica, si ritiene che la necropoli di Mont’e Prama possa aver costituito lo spazio funerario riservato ad un gruppo familiare dominante nella società nuragica della Prima età del Ferro.

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